Prima di parlare di intolleranze alimentari è necessario fare alcune precisazioni sulla classificazione delle reazioni avverse agli alimenti. Secondo la European Academy of Allergology and Clinical Immunology le reazioni avverse agli alimenti possono essere di due tipi:
- non tossiche, quando sono legate alla sensibilità individuale (allergie e intolleranze)
- tossiche, quando non sono legate alla suscettibilità individuale (es. intossicazioni dovute a veleni, batteri, sostanze chimiche tossiche)
Quali sono le differenze?
- L'Allergia è una reazione che coinvolge il sistema immunitario in seguito all'esposizione a sostanze abitualmente innocue (pollini, acari, alcuni tipi di alimenti, farmaci ecc.). A causa di una predisposizione genetica, i globuli bianchi del sistema immunitario (leucociti), che hanno il compito di preservare l'integrità biologica dell'organismo e di conseguenza difenderlo da possibili invasioni da parte di sostanze e microrganismi dannosi, scambiano per pericolose alcune sostanze (dette allergeni) normalmente innocue. Questo porta alla produzione, da parte dei leucociti, di particolari anticorpi (IgE, immunoglobuline E) che a loro volta portano al rilascio di sostanze (istamina, leucotrieni) che scatenano la reazione allergica.
I sintomi possono essere localizzati in un’area ben precisa o sistemici se coinvolgono tutto l’organismo.
Le aree maggiormente colpite sono:
- il naso (in caso di rinite allergica)
- le vie aeree (difficoltà di respirazione con spasmo bronchiale);
- gli occhi (arrossamento, prurito)
- la pelle (arrossamento, prurito).
Quando la reazione è sistemica si parla di shock anafilattico. Di solito si presenta in tempi molto rapidi (pochi minuti), con vari di sintomi, non tutti sempre presenti: agitazione, palpitazioni, broncospasmo e ipotensione, reazioni cutanee, difficoltà respiratorie, ecc...
- L’intolleranza non coinvolge il sistema immunitario. Si manifesta quando il nostro organismo non è in grado di digerire correttamente alcune sostanze a causa di un deficit enzimatico. Questo deficit porta all’incapacità di metabolizzare alcune componenti dei prodotti alimentari.
La più comune intolleranza è quella al lattosio, lo zucchero naturalmente presente nella stragrande maggioranza di latticcini. Il lattosio è un disaccaride costituito da due monosaccaridi, il D-galattosio e il D-glucosio, uniti tra loro da un legame glicosidico. La lattasi è l'enzima necessario per la digestione (idrolisi) del lattosio; in poche parole la lattasi ha il compito di rompere il legame glicosidico per rendere così possibile la digestione del lattosio.
Generalmente i bambini producono lattasi sin dalla tenera età. L'attività enzimatica diminuisce progressivamente dai 2 sino ai 12 anni di età. Nell'età adulta circa il 70% della popolazione presenta deficit da lattasi.
I sintomi di questa intolleranza, principalmente a carico dell'intestino, sono: flatulenza, meteorismo, crampi, diarrea, reflusso...
Nutrirsi in modo sano ed equilibrato è alla base del proprio benessere.